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Animals dei Pink Floyd, l’album della band britannica ispirato a La fattoria degli animali di George Orwell

di Maria Grazia Porceddu


Cover Album 1977 Screenshot da Youtube

Rieccoci di nuovo, dopo la breve pausa estiva, sull’Onda Lunga di rock, metal e letteratura.

Riprendiamo col botto e invece di uno, per questo ottavo appuntamento della nostra rubrica, vi propongo ben cinque brani contenuti in un unico album che racconta in musica un altro tra i libri più discussi e attuali di sempre: La fattoria degli animali di George Orwell. 

Oggi torniamo nel 1977, quando i Pink Floyd pubblicarono Animals, appunto; un concept album con cinque tracce musicali della durata totale di 41 minuti e 49 secondi dove, tra l’inizio (Pigs on the wing 1) e la fine (Pigs on the wing 2), si succedono: Dogs, Pigs (Three Different Ones) e Sheep. L’album è ispirato al romanzo allegorico di George Orwell, pubblicato nel 1945.

“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri”.

Il racconto di Orwell è una riflessione, accompagnata da un’acuta satira sugli eventi che scatenarono la Rivoluzione russa e la successiva era staliniana dell’Unione Sovietica. Gli animali di una fattoria, stanchi di subire soprusi, si ribellano agli umani, cacciano il proprietario e fondano un nuovo ordine basato sull’uguaglianza. Nonostante i buoni propositi però, emerge presto una nuova classe di burocrati, i maiali, che con furbizia, cupidigia e prepotenza si impongono sugli altri animali.

L’album dei Pink Floyd, pur traendo ispirazione dall’opera di Orwell, ne ribalta il punto focale. Mentre infatti il racconto orwelliano è una critica contro il totalitarismo e alla dittatura staliniana in Russia; Animals si concentra sul capitalismo. Si racconta di una rivolta delle pecore contro i cani, che nell’opera orwelliana non esiste, ma addirittura le stesse pecore sostengono la politica dittatoriale dei maiali. Resta comunque il concetto centrale, che nell’album è la caratterizzazione delle classi sociali come animali, alla stregua del libro di Orwell. Dal lungo racconto musicale emerge il disgusto per il degrado morale ed etico della società, attraverso la voce di Roger Waters. Una società dove i cani sono i rappresentanti della legge, i maiali sono i politici e le pecore sono il popolo.

Si tratta di un album di denuncia, in cui viene rappresentata la condizione sociale del Regno Unito negli anni ‘70. Il tema allegorico persiste in entrambi i casi: nei brani dei Pink Floyd, gli animali e in particolare i maiali, sono dominanti. E si possono individuare tematiche comuni nei temi del conflitto tra umani e animali, nella ribellione contro lo sfruttamento e nell’abuso del potere quando il più forte, sfrutta il più debole.


immagine realizzata con IA

Pigs on the wing (Maiali in volo 1) dura ottantacinque secondi ed è l’introduzione al viaggio  dalle atmosfere emotivamente cupe e pessimistiche, dove viene raccontato l’animo di una società diabolica, qualora ognuno pensasse a se stesso, senza preoccuparsi dell’altro, ignorando chi ci sta accanto, sfiorandolo per caso sotto la pioggia, stando attenti ai maiali in volo.

“If you didn’t care what happened to me,

And I didn’t care for you,

We would zig zag our way

trought the boredom and pain

Occasionally glancing up through the rain .

Wondering which of the buggars to blame

And watching for pigs on the wing”. 

All’introduzione, fa seguito Dogs, i cani, che sono pronti a sbranarsi tra loro nella lotta per il potere che si risolverà in una morte solitaria per cancro.

“...And in the end you’ll pack up and fly down south

Hide your head in the sand,

Just another sad old man

All alone and dying of cancer”.

Pigs (Three Different Ones). I maiali, la classe dirigente egoista, razzista, bugiarda e spregiudicata nel curare soltanto i propri interessi:

“Big man, pig man

ha, ha, charade you are

You well heeled big wheel

ha, ha, charade you are

And when your hand is on your heart

You’re nearly a good laugh

Almost a joker

With your head down in the pig bin

Saying “Keep on digging”.

Mentre le pecore (Sheep) ossia il popolo, si ribella ai cani, li uccide ma poi tra loro verrà fuori un nuovo leader che diventerà l’ennesimo maiale, visto che il popolo ha sempre bisogno di un pastore.

Il brano finisce con il belato delle pecore che tornano all’ovile ubbidienti.

“...Have you heard the news?

The dogs are dead

You better stay home

And do as you’re told

Get out of the road if you want to grow old”.

Ma nonostante i toni di feroce critica e condanna, di fronte a una società che sembra non avere scampo, l’album si conclude con una nota positiva. La soluzione per sottrarsi alla malvagità è in Pigs on the Wing (2), che chiude l’album:

“Now that I’ve found somewhere safe

To bury my bone.

And any fool knows a dog needs home.

A shelter from pigs on the wing”.

Nel “trovare un posto dove sotterrare il mio osso” si cerca un posto sicuro, uno spazio proprio in cui sopravvivere, una casa, un riparo dai maiali in volo.

Nota conclusiva. L’album è giudicato un punto di svolta nello stile musicale del gruppo.


 

E voi, conoscevate la storia dietro l’album?

Che ne pensate?

Ditemi la vostra, come sempre, vi aspetto nei commenti...

e fino alla prossima Onda Lunga, Stay rock and metal!!


 

Fonti:

testi Pigs on the Wing 1 e 2

testo Sheep


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