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Diamond Dogs e 1984, il racconto glam post apocalittico di Bowie del capolavoro di Orwell

  • 4 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

di Maria Grazia Porceddu


Immagine realizzata con IA
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Era il 1974 e il Duca Bianco pubblicava Diamond Dogs, concept album dai chiari riferimenti letterari a Ragazzi Selvaggi di William S. Burruoghs e a 1984 di George Orwell. Ma in questa puntata della rubrica mi soffermerò in particolare sul romanzo distopico di Orwell, che più di tutti ha segnato le composizioni ma soprattutto la carriera di Bowie. Le affinità elettive del re del glam rock con la letteratura sono note ai più, come la sua indole artistica multitasking, ma l’opera di Orwell fu per lui una vera rivelazione, tanto che avrebbe voluto farne un musical, ma gli eredi dello scrittore, non gli concessero i diritti, con grande disappunto di Bowie.

La famosa e lungimirante opera fantapolitica è incentrata sulle conseguenze dei regimi totalitari, sul controllo di massa, la repressione della libertà e l’irreggimentazione del popolo e dei comportamenti nella società. Ancora più in generale, il romanzo analizza il ruolo della verità e dei fatti nelle società e degli stratagemmi finalizzati alla loro manipolazione. Quanto mai attuale e calzante.

Nel testo, Bowie fa suoi i capisaldi narrativi del romanzo e li reinterpreta in un brano che riprende le atmosfere apocalittiche e inquietanti del libro. Significativo il passaggio in cui richiama il momento quando il protagonista, Winston Smith, viene imprigionato e interrogato. 

“Someday they won't let you, now you must agree

The times they are a-telling, and the changing isn't free

You've read it in the tea leaves, and the tracks are on TV

Beware the savage jaw

Of 1984”

"Un giorno non te lo permetteranno, ora devi essere d'accordo.

I tempi stanno parlando, e il cambiamento non è gratuito.

Lo hai letto nelle foglie di tè, e le tracce sono in TV.

Attento alla feroce mascella

del 1984."



Immagine realizzata con IA
Immagine realizzata con IA

Questo non è il solo brano dove vi è un significativo riferimento a 1984 di Orwell, visto che, come detto agli inizi, l’artista voleva ricavare dal romanzo uno spettacolo teatrale; ci sono quindi, anche Big Brother e We are the dead.

In Big Brother, il protagonista, ormai plagiato, ama il Big Brother come tutti gli altri, pago di aver finalmente trovato qualcuno da seguire e in cui credere, qualcuno che può costruire per lui un grande rifugio di vetro dove vivere.

“Someone to claim us

Someone to follow

Someone to shame us

Some brave Apollo

Someone to fool us

Someone like you

We want you Big Brother”


“Qualcuno che ci reclami

Qualcuno da seguire

Qualcuno che ci faccia vergognare

Un coraggioso Apollo

Qualcuno che ci inganni

Qualcuno come te

Ti vogliamo, Grande Fratello”


Il secondo brano citato si basa su una frase del romanzo di Orwell, “We are the dead” sono infatti le ultime parole che Winston Smith dice a Julia (personaggio molto complesso dell’opera orwelliana e di cui non viene mai rivelato il cognome nel libro) prima di essere catturato dalla polizia.

Ne viene fuori un concept album in cui appare chiara musicalmente la visione glam di un mondo post apocalittico nello stile di Bowie.

Emblematica la copertina dell’album illustrata da Guy Peellaert, dove il cantante appare metà uomo e metà cane in uno scenario di orribile distorsione distopica. All’inizio fu censurata perché nella facciata B della prima edizione comparivano i genitali dell’uomo cane. 


 


Conoscete questo brano e la sua storia?

Come sempre, se volete, vi aspetto nei commenti.

E come al solito, in attesa della prossima Onda lunga... Stay rock and metal!

 


 

Fonti consultate per la stesura dell’articolo:

wikipedia

 

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