racconto vincitore del 1° Premio al Concorso Nazionale "E Adesso raccontami il Natale"
Era una mattina fredda e Leprottino dormiva ancora al calduccio nella sua tana, quando la signora Lepre, lesta come sempre, sulla soglia chiamò: «Presto, vieni, mio piccino, corri fuori nel giardino... C'è la neve che si posa, piano piano su ogni cosa!».
Una volta nel giardino, Leprottino, con occhi curiosi, chiese ansioso:
«Mamma, mamma, dimmi un po’, quando tutto imbiancherà, il Natale arriverà?»
«Caro figlio, di preciso non lo so, noi animali non abbiamo calendari... non ci servono perché capiamo quando è festa, non di certo con la testa. Di sicuro non dipende dalla neve, né dal sole o dalla pioggia, è un mistero delizioso ma di tutt'altra foggia. Non ci servono
gli addobbi, luminarie o chissà che, il Natale arriverà e lo capirai da te.»
Leprottino restò un po’ deluso, si fece serio e pensieroso: "E pensare che in città tutti quanti sanno già quando arriverà... ovunque per le strade lucine colorate, profumi deliziosi di pietanze prelibate. Nei grandi magazzini, regali di ogni genere per grandi e piccini... invece, qui nel bosco, l'inverno freddo e silenzioso costringe noi animali al caldo e al riposo. Nessun preparativo nell'attesa del suo arrivo... nessun suono nell’attesa del suo dono. Ma io non mi arrendo! Ho un’idea, un bel progetto: organizzerò ogni cosa perché sia tutto perfetto!”
D'improvviso Leprottino, finalmente sapeva cosa fare, veloce come il vento, andò a chiamare gli amici. Talpa, Puzzola e Marmotta, bussò a ogni tana e svegliò anche il pigro ghiro Alberto che dormiva come un sasso.«Amici cari... », cominciò Leprottino, emozionato.
«...Svegliatevi, il Natale sta arrivando, dobbiamo prepararci e il bosco va addobbato!»
«Ma come faremo?» chiese subito Marmotta, stiracchiandosi la folta pelliccia.
«Noi non abbiamo addobbi decenti e neppure palline o nastrini lucenti!», si lamentò il ghiro, alquanto seccato di essere stato svegliato così all'improvviso.
«Certo lo so! Ma il bosco è una grande ricchezza, trovar ciò che serve sarà una sciocchezza!», spiegò Leprottino facendo l'occhiolino.
In breve tempo, il cestino fu zeppo di cortecce, aghi di pino, bacche gialle e rosse sgargianti, alcune pigne e un mucchio di ghiande.
«E ora che si fa?», domandò la talpa.
«Una ghirlanda per ogni tana!» rispose, sicuro, Leprottino prendendo gli oggetti dal suo cestino.
Con il calare del sole, ogni tana era splendidamente decorata.
«Ehi, un momento! Manca un addobbo per la tana di Gufo Leopoldo! Da tanto tempo è malato il poverino, ma non c'è più niente nel nostro cestino!» si accorse la puzzola con dispiacere.
«Ormai è buio per andare a cercare qualcosa di utile per decorare, ma se ciascuno dalla propria ghirlanda togliesse una foglia, una bacca o una ghianda, potremmo di certo costruire un addobbo per la tana di Gufo Leopoldo. A fabbricarlo ci vuole poco davvero, se siamo guidati da affetto sincero per il vecchio gufo un po' sfortunato che proprio a Natale giace a letto ammalato.», propose Leprottino.
Più tardi il gufo Leopoldo li accolse al tepore di un fuoco scoppiettante.
«Benvenuti amici miei! Ora sì che è arrivato il Natale, perché questa è una notte speciale. Ho chiesto in dono un sorriso profondo sul volto di amici che amo più al mondo; un saluto affettuoso, uno sguardo amorevole era quel che volevo, quindi il Natale è arrivato davvero!».
Leprottino felice esclamò: «Sì, infatti, lo è! È dentro il mio cuore, l'ho capito da me.».
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