Giuseppe Carlo Airaghi
si presenta ai lettori del blog secondo le regole stabilite IN QUESTO POST

Se fossi un porto sarei una caletta in grado di proteggere le navi dalla tempesta ma dal fondale basso in modo che l’attracco possa essere effettuato solo lontano dalla riva.
Se fossi un animale sarei un cane, fedele con gli amici, pigro nel proprio cortile e pazzo di gioia nei prati.
Se fossi un uccello sarei una rondine
Se fossi una pianta o un fiore sarei un tiglio
Se fossi una canzone sarei Stairway to heaven
Se fossi un film sarei Il cielo sopra Berlino oppure 8 1/2

Il mio autore preferito, è Milan Kundera
La mia citazione preferita è "Non può piovere per sempre"
Ora che tutto mi appare più chiaro
casa editrice: PuntoaCapo Editrice
pubblicato nel: 2023

Sinossi
La nuova raccolta di Airaghi segna un’importante svolta nella ricerca poetica dell’Autore. La tendenza all’autobiografismo, cifra portante – e necessaria – di molta sua produzione si raffina, lasciando campo aperto a una riflessione sul fare poetico da interpretare su piani diversi. Il primo di questi, legato a un apparente difficoltà di rappresentare il mondo al tempo presente, andrebbe studiato partendo da radici lontane, forse dal Montale dei Diari, con il quale Airaghi condivide visione poetica e taglio espressivo. [. . .] Il secondo piano di lettura del libro è la forza dell’autobiografismo: essa è ben evidente nelle prime sezioni (imprescindibile, a mio avviso, Autobiografia apocrifa), e porta al superamento del filtro letterario alludendo a un colloquio più diretto, immediato, pur moltiplicato nei vari schermi narrativi, con un lettore accorto, capace di immedesimarsi con i frequenti flussi di coscienza.
(Dalla Prefazione di Ivan Fedeli)
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