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QUELLI CHE SI CHIAMANO “AMORE”


foto e testo di Max Chianese

Ancora pochi minuti e lo avrebbe ucciso, anche se non sapeva ancora bene come. Avrebbe posto fine a quella esistenza inutile.

Edo, per una parte della sua vita, aveva addirittura pensato che tutte le persone fossero speciali, con un valore e con dei valori, che tutte fossero buone, e soprattutto che avessero una ragione di esistere.

Poi aveva capito che non era così.

“Esistono esseri inutili” si continuava a ripetere.


Aveva comprato una Glock 17, calibro 9x19 e probabilmente gli avrebbe sparato in testa, ma era indeciso, forse meglio tagliargli la gola e vedere quel sangue merdoso uscire a fiotti.

Vederlo dissanguarsi lentamente poteva essere l’ultimo piacere della sua vita.

Si vedeva già tutto macchiato rosso scuro, portarsi le mani sulle labbra per assaporarne il gusto acido e denso.

E così iniziò a fissarlo negli occhi, davanti a lui c’era Paolo, legato, imbavagliato e con lo sguardo impaurito.

Non voleva più sentire quella voce melliflua, odiosa e bugiarda, un’altra volta. Già aveva dato.

Poi si alzò, andò alla finestra, di sotto si vedeva una chiesa e una donna vestita di bianco camminare avanti e indietro senza sosta.

Era Elena, la promessa sposa di quell’uomo che aveva davanti pochi istanti di vita.

Lo stava aspettando nel giorno del loro matrimonio.

Quello che avrebbe dovuto essere il momento più bello della sua vita sarebbe diventato un incubo, con due morti sulla coscienza.

Oltre alla sposa, tanti invitati vestiti a festa, compresi alcuni bambini che giocavano.

“Nella vita ho capito che ci sono tante cose: l’amore, l’odio, l’indifferenza, la gioia, la felicità, l’amarezza, il rancore, l’invidia, la quiete, la pace, l’ardore e il silente rumore delle onde quando sei immerso nell’altrove dei tuoi pensieri.

E poi c’è lei.

Ogni volta che l’ho vista, fosse stato su una rampa di scale o allontanarsi in quel suo vestitino verde a fiori, ogni volta che mi è stata accanto, sentivo che non avevo bisogno di altro.

Avevo l’aria.

Mi bastava vederla, per dare un senso alla parola felicità.”

Questo il biglietto che Edo aveva scritto e che avrebbe lasciato dopo il suo suicidio.

Prima avrebbe ucciso Paolo e poi si sarebbe sparato, quindi la pistola alla fine era la soluzione migliore.


I due per un periodo erano stati migliori amici, poi Paolo era andato via da Milano per vivere in Sicilia.

In quel periodo Edo aveva iniziato a fare i suoi primi lavori come scultore ed Elena ne era affascinata da una parte, ma spaventata dall’altra. Che futuro ti può garantire un’artista? Cosa ti puoi aspettare dalla vita? L’amore da solo può bastare per essere felici?

Lei era attratta da lui ma non avrebbe mai fatto la prima mossa e lui era troppo timido per dichiararsi, così andarono avanti per mesi e poi anni con questo tiraemolla.

Poi Paolo tornò a Milano ed Edo confidò all’amico tutte le sue paure, le sue fragilità, dando la sua anima in mano all’amico, prima di dichiararsi alla donna della sua vita.

“Aiutami tu Paolo, io non sono bravo nelle questioni amorose, non lo sono mai stato!”.

“Non ti preoccupare Edo, ci penso io, lascia fare a me!”.

E così aveva fatto.

Paolo lavorava come impiegato in un’azienda di televendite, contratto a tempo indeterminato con un buon stipendio, era una di quelle persone che curano il vestito che si mettono, il panettone da regalare a Natale che deve essere di quella tale pasticceria e cose così, molto distante dal suo amico artista.


Dopo quella loro chiacchierata, Paolo ed Elena sparirono.


Nello studio di Edo vigeva una pulizia assoluta, appena entravi trovavi una targa in francese che tradotta diceva: “I maiali sono diventati sporchi solo in seguito alla frequentazione con l’uomo, in natura sono degli animali puliti”.

Poi alcuni amici gli avevano raccontato l’irraccontabile, Elena e Paolo si stavano frequentando, qualcuno li aveva visti insieme abbracciati. Ma ancora peggio gli avevano detto come i due si chiamavano in pubblico.


Nella sua vita aveva conosciuto due coppie che insistentemente e davanti a tutti si chiamavano “amore”: una sua cugina che subito dopo sposata si portava l’amante in casa con tanto di preservativi usati che dimenticava allegramente in giro e una coppia felice di vicini con due figli che presto si separarono.

Due precedenti non proprio esaltanti di “amore” e “amore.”


Sono le esperienze personali che determinano l’uso o il non uso di alcune parole ed Edo quella parola non l’avrebbe mai usata, neanche sotto tortura. E non solo per quelle due coppie sfigate ma perché in lui viveva un senso del pudore che non l’avrebbe mai portato su quel terreno di gioco, quel modo di rivolgersi a lei poteva far solo parte della loro intimità e anche lì, solo in alcuni momenti.

Vedeva in quel modo di chiamarsi una deprivazione del linguaggio, un nascondere sotto il tappeto del nulla la propria inadeguatezza nel vano tentativo di convincere sé stessi e chi stava intorno dell’aver trovato un’incredibile ed eterno e puro amore.

Un qualcosa di unico, riservato ai pochi.

La stessa cosa valeva per quelli che si baciano in pubblico, un gesto che lui non avrebbe mai fatto, non faceva parte della sua natura esternare i suoi sentimenti al mondo.

Non poteva credere che Paolo lo avesse tradito in quel modo, che si fosse approfittato del suo confidarsi a cuore aperto in quel modo, così i due si incontrarono in pizzeria.

“Ma no, cosa dici? Ci siamo solo visti per parlare! Niente di più”

“Mi hanno raccontato una cosa diversa”

“Ma chi te l’ha raccontato?”

“Amici”

“Ma no cosa dici?”

E poi Paolo aggiunse una frase che si sarebbe portato fino alla tomba, che in poche parole sintetizzava la sua essenza.

“Ma dai, dopo tutto quello che mi hai raccontato se dovesse succedere qualcosa tra me e lei sarebbe proprio squallido!!!”

Dopo quella frase Edo restò in silenzio, doveva capire, doveva capire. Ma capire veramente, come mai adesso avevano ragione quelli che dicevano che la terra era piatta? Quelli che vedevano gli alieni? I fuori di testa???

In tutta quel loro parlarsi, Paolo non lo aveva mai guardato negli occhi, a Edo quel particolare non era sfuggito.

I due si lasciarono, provò a chiamare Elena più volte ma lei non rispose mai.

Un giorno andò dalla madre di lei, una donna che aveva avuto la fortuna di conoscere, a cui si sentiva legato, lo aveva incuriosito da subito quello strano nome: Marìanto, non era un diminutivo, lo aveva sottolineato subito.

La donna le aveva detto una strana frase: “Per fortuna che si è divertita almeno con te!”

Che cosa voleva mai dire?


E dopo Paolo ed Elena sparirono di nuovo e passò quasi un anno da quando gli arrivò la nefasta notizia del loro matrimonio.


Edo prese la pistola in pugno si sedette davanti a quello che era stato un suo grande amico.

Odore di merda, Paolo si era cagato e pisciato addosso e così in quel tanfo nauseabondo capì tutto, ma restò in silenzio e poi iniziò a parlare, ma prima tolse il bavaglio dalla bocca dell’uomo legato.

“Ti lascio andare perché tu sei appena tornato nel tuo stato naturale. Da bambini ci hanno spiegato che esistono tre grandi regni: quello animale, quello vegetale e quello minerale.

E poi esisti tu che sei merda. Dentro e fuori.

Racconterai a Elena che hai avuto un incidente.

Io darò indietro questa pistola al criminale che me l’ha data insieme a diecimila euro, la mia assicurazione. E tu non racconterai a nessuno di questi momenti, se a me succede qualcosa, se a me arriva una denuncia, un giorno quel criminale le sparerà in testa, fosse anche in sala parto, le farà saltare le cervella.”


“Ssssssi, Ssssì”, rispose Paolo.

Il dettaglio della sala parto era la ciliegina sulla torta, davanti a quell’affermazione folle, a quella violenza inaudita, non poteva che accettare, così lo slegò e Paolo andò via e non parlò mai a nessuno di quella mattinata folle.


Questa volta fu Edo a sparire, il suo bluff aveva funzionato, la pistola l’aveva comprata in un negozio con regolare licenza e registrazione.


Di lui si persero le tracce, ma di certo la sua vita non fu nello squallore.

14 commenti

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14 則留言


未知的會員
6月28日

Leggere Max è avvincente, soprattutto per i salti temporali e i "cambi scena"! :D

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未知的會員
6月28日
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Grazie Dario, mi fa molto piacere quello che scrivi! Curioso di vedere i tuoi nuovi video, mandameli!!!

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未知的會員
6月23日

Fin dalle prime righe il lettore viene catturato in questa storia di sentimenti forti, ma la parte piu' interessante e' proprio quella che da il titolo al racconto...quelli che si chiamano "amore".

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未知的會員
6月24日
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Grazie Nicoletta, hai colto l’essenza della storia, che in modi diversi, ho provato a far uscire in tutto il racconto !

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未知的會員
6月23日

Come sempre bellissima storia e scritta veramente bene. Complimentissimi e continua così.

Bravo Max

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未知的會員
6月23日
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Grazie Barbara in attesa di imbavagliare e legare qualcun altro un abbraccio!

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未知的會員
6月23日

Bravo Max!

Trascinante!

Un bel ritmo.

La fine non prevedibile.


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未知的會員
6月23日
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Grazie Mladen, un caro saluto e a presto! Complimenti sempre graditi!

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未知的會員
6月23日

Continuo a sostenere che mi piace come scrivi

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未知的會員
6月23日
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Grazie Antonio, scrivere è un po’ come dipingere, credo. Solo con la pratica e la costanza si può migliorare, io ci sto provando tra storie riuscite e altre meno!

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