VINCENT
Vincent Doinel, 83 anni, fatti a luglio. Genitori di Marsiglia, ma che hanno sempre detto di essere di Parigi.
Incredibile riparatore di orologi, il migliore di Francia.
Da ragazzo prima è stato tifoso del Lione, poi con l’arrivo degli arabi simpatizzante del Paris Saint Germain, come tanti.
Arriva da ragazzo dal sud più a sud, quasi Italia diremmo, e inizia a vendere frutta nei mercati.
Lì conosce Raymonde.
Più’ passa il tempo e più si fa fatica a pensare a dei regali originali. Non parliamo poi dei biglietti di auguri, sempre le solite frasi trite e ritrite, in alcune è fin troppo evidente la mia totale mancanza di idee, dovrei vergognarmene…
Allora si deve giocare di creatività, se veramente si vuole stupire una persona. E quest’anno voglio lasciare a bocca aperta Raymonde per i suoi 80 anni!
Le regalerò un biglietto per Disneyland Paris. Se lo può mai aspettare?
IL GIORNO DEL COMPLEANNO DI RAYMONDE
Il biglietto è in una confezione insospettabile, si può pensare ci sia dentro un monopoli.
Apre la scatola, dentro c’è un contenitore più piccolo (e qui l’inventiva di Vincent finisce) e poi apre una busta con i biglietti di Disneyland Paris.
Raymonde lo guarda e pronuncia una cosa che lui capisce benissimo, ma sorride. Andranno a visitare il famoso parco di divertimenti ad 80 e 83 anni. Per la prima volta!
DISNEYLAND PARIS
I due arrivano al Newport Bay Club, l’albergo è molto bello, curato nei dettagli, ma il personale sembra un po’ distratto.
Fatto il check-in i due vanno in camera, appena appoggiati sul letto matrimoniale uno strano cigolio inizia ad irritare Vincent, ma ci passa sopra, in fondo sono lì per divertirsi, anche se leggermente fuori quota per età.
Dopo una notte passata non male e una colazione corposa i due entrano al parco. Ci sono tre passaggi ai metal detector, neanche fossimo nel periodo delle Olimpiadi di Parigi del 2024! Chissà perché…
A Vincent inizia ad innervosire il fatto che dentro il parco ci sia una quantità di persone insostenibile e infatti le file d’attesa sono interminabili, 100 minuti, 125 minuti, con il busto di lei e la protesi al ginocchio di lui, diciamo che qualche dubbio su questo regalo inizia a venirgli.
Ma oramai sono lì per divertirsi.
Vincent propone di fare l’attrazione più famosa e di pagare 200 euro per avere un priority pass e fare una coda di soli 40 minuti rispetto ai 125 (che potrebbero essere anche 140).
I due entrano, dopo un po’ si ritrovano su una piattaforma in un’attrazione chiamata “Tower of terror”. Così vengono imbragati e portati su al ventesimo piano, poi la piattaforma cade nel vuoto per 13 piani, qualche filmato di una bambina horror nel mezzo e poi altre due o tre cadute.
Entrambi escono con una faccia stranita da questa esperienza. Camminano per un po’ passando davanti alla spada nella roccia che bambini obesi cercano di estrarre fomentati da genitori inquieti e irascibili dopo ore e ore di attese in quelle che per loro dovevano essere “attrazioni”, come se ci fosse realmente la possibilità di diventare re o di essere come Uther, Artù o PARSIFAL.
Poi vanno a sedersi in una panchina con dietro un grande Duffy Duck e per un po’ si guardano negli occhi. Lui pensa che gli occhi di lei sono bellissimi, come sempre.
RAYMONDE
Raymonde Siderot è una donna dura, Vincent è il suo secondo marito, dal primo matrimonio ha avuto una figlia, che a sua volta ha avuta una figlia, sua nipote. Adele.
Adele si pronuncia senza la e, in francese.
Adele è una donna forte, bella, con dentro delle qualità che fatica a vedere, ha troppa poca fiducia in sé stessa.
E dovrebbe essere semplice per lei capirne il motivo, ma preferisce non pensarci.
Raymonde le aveva lasciato un collier di diamanti, le sarebbe servito per il suo futuro, ma la madre ha fatto di tutto per impossessarsene e così una parte del suo futuro è andato bello che compromesso.
Adele però ha un animo nobile, il rancore non le si addice, sa che nella vita potrà farcela con le sue gambe. Ma torniamo a sua nonna.
Dopo aver incontrato Vincent e aver fatto i mercati per un po’, Raymonde trova un lavoro che sembra abbastanza impensabile per una donna: va a guidare una gru.
Raymonde è una donna determinata e avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, dipingere, ballare, fare la veterinaria, ma invece decide di guidare una gru.
Stare in alto mi piaceva, mi faceva sentire viva, non ne ho mai avuto paura, anzi mi sembrava la normalità essere lì, sospesa nel vuoto dentro questo involucro giallo di acciaio.
Vincent mi ha detto che stasera preparerà lui da mangiare, tanto so già che l’entrée sarà la solita omelette rucola e salmone.
Lui si crede un grande cuoco, come tanti uomini che cucinano una volta l’anno se è tanto…
Mi darà sicuramente il solito regalo di compleanno che metterò poi in qualche scatolone e che da morti qualcuno ritroverà bello come nuovo, come tutti gli altri suoi regali di compleanno.
La mia postazione nella gru era esattamente a 22 metri di altezza, non si scherza tanto su queste cose.
Lì trovavo la pace, la solitudine di cui ho bisogno, l’aria vera, era dove riposava la mia libertà. La cosa più importante che ho sempre desiderato.
E come le rondini anch’io sfioravo le nuvole.
Raymonde arriva a casa, solita omelette come sempre, e vede la scatola regalo.
Sicuramente avrà mascherato il regalo vero con delle scatole più grandi, praticamente lo fa sempre.
Questa volta punto su un paio di guanti.
Ah, una busta???
Disneyland Paris????? Ma tu sei scemo, alla nostra età?
Poi lo guarda e visto che l’investimento non deve essere stato da poco per un taccagno come lui, aggiunge:
Scherzavo, ma che bello, non vedo l’ora.
DISNEYLAND PARIS
Quando arriviamo l’hotel mi sembra già una baracconata, ma non lo faccio vedere, è pur sempre un regalo.
Il letto è bello però, cigola un po’, ma può capitare, c’è il canale Rai, dove posso vedermi il telegiornale.
Il bagno che è sempre la prima cosa che guardo è bello spazioso.
Di notte fatico un po’ a dormire, stavolta un po’ mi ha stupito il deficiente con questo regalo, in fondo se tanti anni fa l’ho anche sposato un motivo ci sarà…
Anche se sinceramente me lo ricordo poco…
Colazione, metal detector come è giusto che sia, vah, pensavo più gente visto la nomea di questo posto!
100 minuti di attesa non sono poi neanche tanti, quanti minuti avrò buttato via nella mia vita? In fondo le attese mi sono sempre piaciute, non mi è mai pesato fare lunghissime file.
Vincent ha deciso di spendere altri soldi per accorciare l’attesa dell’attrazione più famosa, “Tower of terror”, io non ero d’accordo, ma purtroppo siamo qui. E siamo costretti a divertirci!
Quando l’ascensore sale, mi ricordo degli anni passati sulla gru, qualche volta il pensiero che sarebbe caduto di botto mi era arrivato, ma non mi aveva mai spaventata.
Ma cadere per 13 piani è un’altra cosa, questa attrazione è bella, le botte di adrenalina mi piacciono ancora, anche ad ottant’anni, ma lui lo vedo pallido, la mia invece è più una esaltazione che altro.
Cosa staranno facendo quei bambini obesi con quella spada conficcata in un sasso?
Ci sediamo, lui mi guarda con quella espressione che fa un po’ tenerezza e un po’ rabbia: il cretino si è spaventato veramente. Meglio che resto seria, altrimenti non mi fermo dal ridere.
LA BAMBINA
Davanti a loro due arriva una famiglia, moglie sui 40, marito più grande, pochi capelli, sovrappeso e una bellissima bambina tra i 10 e i 13 anni.
Arriva la parata e tanti personaggi di Disney arrivano e ballano,
c’è Rapunzel, Dumbo, Pocahontas, il gattino Marie, Lilo, Stich, Pumba, Timon e altro che non riconoscono.
Raymonde e Vincent guardano la bambina che da sola sorride, sta vedendo dal vivo gli eroi della sua infanzia.
Cosa starà provando a quella età, in quel momento? E quell’istante le resterà dentro tutta la vita?
Ci sono sorrisi che sono come arcobaleni, i genitori si stanno perdendo questo che è il vero spettacolo, perché sono presi a discutere e a guardare degli impiegati sottopagati che devono vendere la loro dignità travestendosi da pupazzi per pagarsi un affitto.
La bambina trasforma quel sorriso in un piccolo sospiro di gioia, Raymonde e Vincent non possono far altro che guardarsi negli occhi di nuovo, ma in un modo diverso, forse mai esistito prima tra loro due. Guardare questa bambina, in questo momento delle loro vite, è forse il senso di tutto.
E capiscono che è stata una grande scelta venire in questo posto e che non si sarebbero mai immaginati una meraviglia simile.
E i loro occhi, nello stesso istante, si velano di una lacrima.
Questo è bellissimo...
Che sorpresa i loro singoli punti di vista che leggono la scena in modo differente! :D
Bravo Max, sono davvero belli i tuoi racconti, mai scontati e banali. Mi picciono