di Maria Grazia Porceddu
Sempre in viaggio, vento in poppa e occhi puntati sull’orizzonte. Procedo con appunti alla mano e cuffie nelle orecchie. Le parole corrono veloci sul pc, ho già tutto in testa, l’Onda lunga monta prima impetuosa poi, più gentile. Ma stavolta, mentre cercavo approfondimenti e fonti, rileggendo le varie interviste, tra cui quella rilasciata otto mesi prima di morire suicida, la mia percezione è mutata. Mi sono fermata e ascoltando per l’ennesima volta il brano, ho sentito la scintilla di quell’empatia che è sempre stata suo dono e condanna. Sentire è sempre doloroso. Il profumo. L’odore, l’essenza dell’altro. E mi ha colpita come non mai, comprendere quanto l’onda del “sentire” di Jean-Baptiste somigliasse, con dovute e ovvie discriminanti, a quella di Kurt Cobain: una metafora, quasi perfetta. Ogni vita racconta un’anima diversa e quella del frontman dei Nirvana, potrebbe essere riassunta in Scentless Apprentice (apprendista inodore). Il brano, sin dalle prime note, è aggressivo, liberatorio e accusatorio al contempo. Se si pensa alla vita privata e artistica di Kurt Cobain, non si può fare a meno di intercettare inquietudini e similitudini con alcuni tratti narrativi del romanzo.
La canzone è inserita nel terzo album in studio dei Nirvana, In Utero, pubblicato nel settembre del 1993. La scelta del titolo dell’album generò varie controversie, alla fine si optò per dargli il nome di una delle poesie scritte dalla moglie di Kurt. L’ispirazione del brano, scritto interamente da Kurt Cobain è, per sua stessa ammissione, legata a uno dei suoi romanzi preferiti, Il profumo di Patrick Suskind.
A tal proposito, riporto le dichiarazioni di Cobain, in cui ne parla chiaramente. “Questo apprendista profumiere in Francia all’inizio del secolo è disgustato, in fondo, da tutti gli esseri umani e non riesce a staccarsi dagli umani. Così fa questo viaggio, questa passeggiata della morte… si addentra nelle zone rurali dove ci sono boschi dappertutto e piccoli villaggi… e viaggia solo di notte. E ogni volta che sente l’odore di un essere umano, come un fuoco che viene da lontano, si disgusta e si nasconde. Cerca solo di stare lontano dalle persone… posso capirlo”.
Condivido il punto di vista di chi ritiene Scentless Apprentice depositaria di molto del pensiero e dell’arte di Cobain, cosa che egli stesso evidenziava, definendola la canzone più rappresentativa del gruppo, non solo per il brano in sé ma anche per la registrazione. Il brano è la seconda traccia di un album che al lancio fu giudicato dalla critica uno dei migliori di sempre di questa band, il cui frontman, morto suicida il 5 aprile del 1994, resta immortale, quale ideologo del grunge e icona della Generazione X, divenendo a tutti gli effetti l’ultimo fenomeno della storia del rock. L’intero album è potente e viaggia tra strong e soft.
Scentless Apprentice “raccoglie” il cuore del romanzo di Suskind, pilastro della letteratura tedesca del secondo dopoguerra. Ambientato nella Parigi del XVIII secolo, il libro narra la vicenda di Jean-Baptiste Grenouille, nato senza odore. Abbandonato dalla madre e rifiutato da tutti, il protagonista riesce a sopravvivere, a dispetto di tutte le avversità e scopre, man mano che cresce, il suo dono: quello di un olfatto finissimo grazie al quale è in grado di percepire, distinguere e catalogare gli odori.
La svolta giunge una notte quando sente l’odore di una ragazza. Da questo momento in poi decide di diventare il più grande profumiere al mondo e comincia il suo percorso di apprendista che lo porta ben presto a superare i suoi maestri. Le varie esperienze lo spingono a spostarsi da Parigi alla Provenza, ed è in questo periodo che, per sette anni, si ritira in una grotta su una montagna, isolato dal mondo e dai rumori. L’isolamento farà maturare in lui la consapevolezza del proprio obiettivo: creare un profumo in grado di arrivare al cuore degli uomini e soggiogarli.
Nel perseguirlo, Grenouille uccide 25 giovani donne, bellissime e illibate, per estrarre dai loro corpi le essenze utili alla creazione del suo profumo. Alla fine, riesce a realizzare la fragranza perfetta, ma scoperto, viene condannato a morte. Sfugge cospargendosi della sua essenza e ritorna a Parigi dove, nello stesso luogo in cui era nato, alcuni barboni, estasiati dal profumo di cui si era cosparso per sfuggire all’esecuzione, lo fanno letteralmente a pezzi per impossessarsene.
Ed eccomi al brano dei Nirvana. Già dai primi versi, è chiaro il rimando al romanzo tedesco attraverso il racconto di un bambino che non ha odore, perché nato senza profumo e senza senso, apprendista senza odore.
“Like most babies like butter
His smell smelled like non other
He was born scentless and senseless
He was born a scenteless apprentice.”
E così si prosegue, con un altrettanto palese riferimento al rifiuto delle balie di allattare il piccolo Jean-Baptiste:
“Every wet nurse refused to feed him
Electrolytes smell like semen
I promise not to sell your perfumed secrets
There are countless formulas for pressing flowers.”
Per poi esplodere, ogni volta, in quel “Go away, go away, Go away” che altri non è se non un grido graffiante e distorto.
Come dicevo all’inizio, la canzone, aggressiva sin dalle prime note, ha una batteria martellante seguita dalla chitarra e culmina nel ritornello in cui tutto è distorto, anche la voce. L’ascolto diviene disturbante. Fino a spegnersi in un singulto finale.
Lo scorso anno, nel trentesimo anniversario dell’uscita dell’album In Utero, sono state pubblicate due versioni inedite dei brani Pennyroyal Tea e Scentless Apprentice (traccia registrata alla Center Arena di Seattle il 7 gennaio 1994).
Concludo con una curiosità cinematografica. Del romanzo amato da Cobain, vi è stata anche una recente trasposizione: Profumo – Storia di un assassino del 2006, per la regia di Tom Tykwer.
Testo brano Scentless Apprentice:
testi nirvana scentless apprentice https://g.co/kgs/hfisP8y
Link video Scentless Apprentice:
E voi, lo sapevate?
Conoscevate la storia di questo brano?
Avete letto il romanzo?
Vi aspetto, come ogni volta, nei commenti.
E mi raccomando, sempre pronti alla prossima Onda Lunga… Stay rock and.. metal!
Fonti consultate per l’articolo:
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