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Storie di un Bambino Bizzarro

  • 9 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Riccardo Mazzocchio

si presenta ai lettori del blog secondo le regole stabilite IN QUESTO POST



Se fossi un porto sarei lì da prima della città cresciutami attorno.

Se fossi un animale sarei un gatto di campagna con una zampa dentro casa e l’altra fuori.

Se fossi un uccello sarei un’aquila reale sopra una rupe dove nessuno può arrivare.

Se fossi una pianta sarei un faggio in compagnia dei miei fratelli nati dallo stesso ceppo.

Se fossi una canzone sarei Dicitencello Vuje perché racconta di un amore appassionato.

Se fossi un film sarei Vacanze Romane perché sa di spensieratezza e spontaneità.


Tra i miei autori/autrici preferiti ci sono Yourcenar, Pennac, Woolf, Lawrence Durrell, Deledda e la lista continua…

La mia citazione preferita è “Ora sì, ora capisco che cosa è l'uomo: è una vana fiamma che passa nella vita e incenerisce tutto ciò che tocca, e si spegne quando non ha più nulla da distruggere.” Grazia Deledda, Cenere.


 

Nulla Die Edizioni


Presentazione


Hai mai ripensato a chi eri prima che la vita ti trasformasse in ciò che sei oggi? E quanto è

rimasto di quel bambino che osservava il mondo con occhi ingenui e curiosi? In queste pagine, Riccardo Mazzocchio ci regala un viaggio nella memoria, nel cuore e nell’immaginario di un’infanzia dove il ricordo si mescola con la narrazione, dando vita a un tessuto emozionale autentico e coinvolgente. Attraverso gli occhi del protagonista, un bambino curioso e irrequieto, scopriamo storie che parlano di famiglia, di paure infantili, di prime avventure e di quel delicato equilibrio tra sogno e realtà che caratterizza l’infanzia. Il tutto filtrato da una sensibilità che conferisce al testo una straordinaria capacità evocativa. L’uso della prima persona rafforza il senso di immersione, mentre la struttura del libro, che procede per frammenti di vita legati da un sottile filo emotivo, invita il lettore a scoprire, pagina dopo pagina, un universo intimo e universale al tempo stesso. L’Autore rievoca un passato fatto di piccoli gesti e momenti apparentemente marginali che hanno contribuito a scolpire il suo carattere e la sua identità. Un’opera che ci invita a riscoprire il valore della memoria e a riflettere sul legame tra ciò che siamo stati e ciò che siamo diventati.


 


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