di Maria Grazia Porceddu
Viriamo a tribordo sull’Onda Lunga dell’acid rock con White Rabbit dei Jefferson
Airplane. Il brano, inserito nell’album Surrealistic Pillow del gruppo psichedelico
statunitense, è considerato il manifesto del rock psichedelico. Nel 2004, la rivista Rolling
Stone lo classificò alla 478esima posizione nella lista delle 500 migliori canzoni di sempre.
White Rabbit, scritta da Grace Slick quando faceva ancora parte dei The Great
Society, fu portata in eredità dalla stessa, insieme a Somebody to Love, e pubblicata
come secondo singolo estratto da Surrealistic Pillow, album del 1967.
La canzone ebbe grande successo conquistandosi la posizione numero 8 nella top ten
della classifica statunitense Billboard Hot 100, un disco d’oro nel Regno Unito e due
dischi di platino negli Stati Uniti.
Con i suoi riferimenti al Bianconiglio, al bruco che fuma il narghilè, al cavaliere bianco, la
regina rossa e il ghiro, White Rabbit prende diretta ispirazione dall’universo letterario di
Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo specchio di Lewis Carroll. Uniche
differenze sostanziali con il romanzo: il cavaliere bianco non parla al contrario e la
regina è rossa e non “di cuori”. Alla luce della controcultura degli anni sessanta,
l’assunzione di liquidi o pillole che portano a cambiare dimensioni (come succede ad Alice)
sono un chiaro riferimento agli effetti di droghe, LSD e funghi allucinogeni.
Ricordiamo che per gli hippie erano l’elemento essenziale nella ricerca interiore. Il brano è quindi fortemente influenzato dalla cultura dell’epoca, nonché dall’opera dello scrittore.
Alice nel Paese delle Meraviglie, pubblicato nel 1865, racconta di Alice, una ragazza che
si ritrova, in seguito alla caduta nella tana di un coniglio, in un mondo fantastico dove
vivono strane creature. Un mondo in cui regna una logica al contrario, inquietante e
affascinante. Attraverso lo specchio, pubblicato nel 1871, ne è il seguito. A differenza del
primo, incentrato sul tema della carte da gioco, il secondo è incentrato su quello degli
scacchi.
Dalla fusione di questi due universi letterari, viene fuori il brano dei Jefferson Airplane.
“One pill makes you larger
And one pill makes you small
And the ones that mother gives you
Don’t do anything at all
Go ask Alice
When she’s ten feet tall
And if you go chasing rabbits
And you know you’re going to fall
Tell ‘em a hookah-smoking caterpillar
Has given you the call
Call Alice
When she was just small
When the men on the chessboard
Get up and tell you where to go
And you’ve just had some kind of mushroom
And your mind is moving low
Go ask Alice
I think she’ll know
When logic and proportion
Have fallen sloppy dead
And the White Knight is talking backwards
And the Red Queen’s off with her head
Remember what the dormouse said
Feed your head
Feed your head”
Il Bianco Coniglio del titolo diviene metafora della psichedelia in un brano che è un
crescendo drappeggiato, come detto da più parti, sul bolero di Ravel. Dura 2 minuti e 34
secondi e si spegne improvviso.
Piccola curiosità finale: White Rabbit fu la prima canzone con riferimenti alla droga a non
finire vittima della censura in radio.
E voi, conoscevate la storia di White Rabbit?
E la sua ispirazione letteraria alle opere di Carroll?
Lasciatemi le vostre considerazioni, come sempre, nei commenti.
Vi aspetto, il prossimo martedì, con una nuova Onda Lunga.
Stay rock and metal!
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